(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 103

 

 

UNA DONNA PER CUI UCCIDERE

 

 

1.

 

 

            Mi chiamo Sean Clinton McIntyre e una volta, tanto, troppo, tempo fa ero un soldato. Ero rissoso ed indisciplinato. Un giorno un superiore mi dette un ordine che giudicai stupido. Discutemmo ed io lo colpii, troppo e troppo forte, lo uccisi. La Corte Marziale mi condannò a morte ed io accettai quel verdetto. La notte prima dell’esecuzione un gruppetto di ufficiali venne a farmi un’offerta che mi avrebbe dato una chance di sopravvivere. Accettai, chi non l’avrebbe fatto? Tutti vogliono vivere ed io non facevo eccezione. È stata quella decisione a portarmi qui e adesso. A volte rimpiango di averla presa

                Due giorni fa mi sono svegliato in una stanza di hotel con al fianco una ragazza nuda e sgozzata. Avevo appena avuto il tempo di rendermene conto che era arrivata la polizia. Qualcuno l’aveva avvisata con un’opportuna chiamata anonima. Stavano cercando di incastrarmi, era ovvio.

Col senno di poi avrei dovuto lasciarmi arrestare: un bravo avvocato mi avrebbe fatto rilasciare su cauzione in un paio d’ore e la mia datrice di lavoro conosce i più bravi di tutta Las Vegas. Le analisi avrebbero dimostrato che ero stato drogato con qualcosa di veramente pesante. Ovviamente feci l’unica cosa da non fare: pestai i due poliziotti e scappai. Ora sono ufficialmente latitante e per colmo di sfortuna mi hanno appioppato anche un altro omicidio, quello di Damian King, uno degli uomini più ricchi e potenti di tutta Vegas, anzi: di tutta la Clark County e di tutto il fottuto Stato del Nevada. Adesso probabilmente i poliziotti hanno l’ordine di spararmi a vista. La cosa positiva era che ho capito chi aveva orchestrato tutta la faccenda: Eva King, la giovane ed ora ricchissima vedovella.

Per come la vedo io, quella sgualdrina ha fatto ammazzare il decrepito marito dal suo autista di colore, da cui probabilmente si fa anche sbattere, per mettere le mani sull’eredità senza aspettare che la natura facesse il suo corso, l’avidità è il più vecchio dei moventi. Mi resta da capire perché avesse anche fatto fuori la sua segretaria, la ragazza sgozzata di cui dicevo prima. Forse aveva scoperto il suo piano e minacciava di denunciarla. Vallo a capire. Il problema, ovviamente, è che non sono in grado di dimostrarlo. Ci so fare coi pugni ma come detective sono uno strazio.

Per fortuna ho degli amici che mi credono ed hanno deciso di darmi una mano. Una di loro è la proprietaria del Coliseum Casinò, la datrice di lavoro di cui parlavo prima nonché amante a tempo perso: ha incaricato un detective privato, uno bravo, di scagionarmi. Un’altra è la donna che mi ha ospitato stanotte: Nellie Calhoun, spogliarellista di professione e prostituta all’occasione. In questa fottuta città le signorine di piccola virtù sono le più oneste.[1]

Nellie è stata così gentile da condividere con me il suo letto, gratis. Faccio questo effetto alle donne. Ora, però, è il caso che me ne vada, non voglio che si ficchi ancora di più nei guai per me.

-Che intendi fare adesso?- mi chiede.

-Restare in movimento. Ci sono meno possibilità che mi becchino ed intanto cercare qualche prova della colpevolezza di Eva King magari spaccando qualche testa. Sono bravo in questo.- rispondo.

-Non hai speranze e lo sai. Resta nascosto qui e lascia fare a Darryl MacArrthur.-

                Sogghigno e replico:

-Spiacente, baby, non è nel mio stile.-

                Me ne vado prima che possa ribattere.

 

                Quando mi sveglio al mattino Eva si sta rivestendo. Mi sorride come sa fare lei e mi dice:

-Non posso trattenermi anche se lo vorrei, Darryl: lui non deve sapere che sono stata con te.

         Lui è Mannix, il suo autista e guardia del corpo, quello che McIntyre sospetta essere il vero assassino di Damian King e probabilmente anche della giovane segretaria di Eva.

         Stanotte Eva si è fatta trovare nuda nel mio letto dicendo che aveva bisogno di me. Inutile dire che ci sono cascato come una pera cotta. È stato come tornare indietro di anni e per un paio d’ore ho dimenticato perfino come mi chiamo. Quando ci si mette, Eva incanterebbe un serpente.

         Non abbiamo solo fatto sesso: dopo lei mi ha raccontato una storia contorta secondo cui anche lei è stata incastrata.

-Mannix lavora per Sebastian Reed che era uno dei soci occulti di mio marito in affari poco puliti. È stato lui a fare uccidere Damian ed anche Betsy, la mia assistente personale. Vuole che gli ceda tutto e diventi la sua amante. Devi aiutarmi Darryl.-

         Le credo? Di certo lo voglio con tutto me stesso. Sebastian Reed è il big boss del crimine di Las Vegas e la storia di Eva è verosimile.

-Cosa dovrei fare?- le chiedo.

-Uccidili! Uccidili tutti e due.- risponde.

         Sapevo che si sarebbe arrivati a questo

 

         Il suo nome è Chastity McBryde, è alta, snella, molto attraente, ha vaporosi capelli biondi, indossa un vestito nero scandalosamente corto e porta orecchini a forma di croce ai lobi delle orecchie. Potreste scambiarla per una delle tante ragazze decorative, trofei o accompagnatrici professioniste, che i VIP amano portarsi dietro ai party come questo, ma vi basterebbe guardare nei suoi occhi di ghiaccio per capire che vi state sbagliando e di parecchio.

            Chastity McBryde è un’ex agente dello S.H.I.E.L.D. divenuta free lance. Attualmente il suo compito è fare da guardia del corpo al Supervisore della Contea di Los Angeles e candidato Senatore Rex Carpenter, uno dei beneficiari di questo party elettorale da mille dollari al piatto, un compito seccante anche se ci sono le tartine ed il vino gratis. Che qualcuno voglia attentare alla vita di Rex Carpenter proprio qui e adesso è abbastanza improbabile.

            Il candidato lascia il gruppetto di persone con cui stava chiacchierando e Chastity gli si affianca mentre contemporaneamente fa un cenno d’intesa ad un uomo grande e grosso dai folti baffoni neri che indossa uno smoking con giacca nera le cui cuciture sembrano sul punto di esplodere da un momento all’altro.

            Carpenter le sorride e le dice:

-Intende seguirmi fino al bagno degli uomini, Miss McBryde? Dubito che correrò seri rischi là dentro.-

-Non si può mai sapere, Mr. Carpenter, e lei mi paga per essere preparata a tutto.-

-Mi chiami pure Rex, Chastity, ormai ci conosciamo da un po’ no?-

            Ci sta provando con lei? Si chiede Chastity. Di questi tempi potrebbe essere la mossa sbagliata da fare. Ma lui la fissa con quel suo sorriso disarmante, difficile attribuirgli cattive intenzioni. Mio Dio, pensa la scafata mercenaria, sta incantando anche me.

-Qualcosa che non va?-

-Assolutamente nulla… Rex.- ribatte Chastity scuotendo la testa -L’aspetto qui.-

            Lui sorride ancora ed entra nel bagno. Passano pochi istanti e l’uomo grande e grosso coi baffi si avvicina. Chastity gli dice:

-È tutto tuo, Garrett.-

            John Garrett sogghigna ed entra a sua volta.

 

 

2.

 

 

            Seduto ad un tavolino del Coliseum fisso una tazza di caffè come se fosse capace di darmi le risposte che mi mancano. Un tempo non molto lontano davanti a me ci sarebbe stata una bottiglia di autentico whisky scozzese e non sarebbe durata a lungo. Ancor meno tempo fa e mi sarei accontentato di una bottiglia di vino scadente. A quel punto ero già sceso più in basso di quanto credessi di essere capace, ero un uomo finito, espulso dall’Ordine degli Avvocati, senza un lavoro, senza dignità. Se io non credevo più in me stesso, chi poteva credere in me? E la ragione di tutto il mio degrado aveva un nome ben preciso: Eva King. Mi aveva spezzato come solo una donna può spezzare un uomo. Ci avevo messo quella che mi era sembrata un’eternità a risollevarmi ed ora lei è ritornata nella mia vita ed ho la sensazione di precipitare di nuovo in un abisso.

-Tutto a posto, Darryl?-

         Sollevo la testa in direzione della voce melodiosa che ha appena parlato e mi trovo di fronte una bella donna bionda: Suzy Berengetti, la proprietaria di questo bel locale.

-A postissimo.- rispondo sperando di sembrare convincente -Il caffè è ottimo ed io credo di aver capito chi ha incastrato il tuo amichetto.-

         Suzy si fa più attenta e si siede davanti a me.

-E chi sarebbe?- mi chiede.

-Suppongo che tu conosca Sebastian Reed.-

-E chi non lo conosce a Vegas? È lui che ha fatto ammazzare quella ragazza ed il vecchio King? Ma perché?-

         Le narro quel che mi ha raccontato Eva omettendo solo la parte da quando l’ho trovata nuda nel mio letto in poi. Certi dettagli sono decisamente superflui o almeno è quello che mi dico.

-Ovviamente non sarà facile provarlo anche perché Reed ha nel suo libro paga un bel po’ di poliziotti e magari anche qualche giudice ma non mi darò per vinto. È per questo che mi paghi.-

-Sfidare Reed sarà come mettere i piedi in un nido di vipere.- mi dice in tono tremendamente serio Suzy.

         Mi alzo e replico:

-Ci sono abituato.-

         Ne ho amata una dopotutto.

 

         Rex Carpenter esce dalla toilette e si ferma ad un lavandino senza badare troppo all’uomo di origine chiaramente orientale che si trova a quello alla sua sinistra. Dopo essersi lavato le mani alza la testa e contempla la propria immagine allo specchio. Fa un sorriso e sta per aggiustarsi il papillon quando vede alle sue spalle l’orientale che impugna una specie di pugnale.

            Prima che l’uomo possa vibrare il colpo fatale due mani robuste lo afferrano e lo sbattono contro una parete. L’uomo si rimette in piedi e fissa l’uomo grande e grosso davanti a lui e gli sferra un fendente allo stomaco.

            Invece di affondare nella carne la lama incontra un ostacolo duro. Il suo avversario non gli lascia il tempo di reagire: gli afferra la testa e le imprime una violenta rotazione. Si ode una specie di schiocco ed il sicario si affloscia come un fagotto di stracci.

            Carpenter lo contempla senza mostrare la minima emozione poi si rivolge al suo soccorritore:

-Ottimo lavoro, Mr. Garrett. Pulito ed efficiente.-

-Sono pagato per questo.- replica John Garrett poi indica l’uomo a terra ed aggiunge -E ora cosa facciamo?-

-Temo che dovremo interrompere la festa con l’annuncio che il candidato Senatore è appena sfuggito ad un nuovo attentato. Gli elettori ne saranno impressionati.-

-Indubbiamente.- replica Garrett con un sogghigno.

 

            Sono sempre stato un uomo d’azione e se non sono i guai a cercarmi, sono io che vado a cercare loro come in questo caso. La bella Mrs. King ha tutte le risposte che cerco e gliele strapperò a qualunque costo.

                Dopo l’omicidio del marito si è trasferita nella suite di uno dei migliori hotel di Las Vegas, che tra l’altro ora è suo. Ci è ritornata verso le otto del mattino. Dove abbia passato la notte non lo so e nemmeno mi interessa. Ciò che conta è che adesso è qui e ci sono anche io.

                Quando esce dalla doccia io sono seduto sul suo letto.

-Tu?- esclama

-Già.- rispondo -Il caro vecchio Clint McIntyre in persona.

-Come …?-

-Non ha importanza adesso. -Ho delle domande da farti e per il tuo bene, sarà meglio che tu mi dia le risposte giuste.-

 

 

3.

 

 

            Che sulla scena di un crimine intervengano contemporaneamente due detective di due distinte Squadre Omicidi è decisamente insolito. Ancor più insolito è che siano entrambe donne. Il caso ha voluto che il Tenente Eva Torres del Dipartimento di Polizia della Città di Los Angeles e la Detective Jaye Winston del Dipartimento dello Sceriffo dell’omonima Contea si trovassero insieme al party elettorale di Rex Carpenter e Lucille Abadon per indagare su una serie di delitti collegati avvenuti nella rispettive giurisdizioni.[2] Nessuna delle due è particolarmente contenta di quest’ultimo imprevisto.

-La cosa sembra abbastanza chiara.- commenta Eva, una tipica bellezza latinoamericana, capelli corti e neri, carnagione appena olivastra, guardando il cadavere disteso sul pavimento del bagno -Tu che ne dici Jaye?-

            Jaye Winston, una donna attraente sui quarant’anni dai corti capelli biondo cenere e gli occhi chiari, scuote la testa e risponde:

-Qui siamo nella tua giurisdizione, Eva, quindi mi rimetto alla tua decisione.-

-Ma la protezione dei funzionari della Contea è compito del tuo ufficio, per cui il tuo parere è importante.-

            Rex Carpenter, ascolta divertito il dialogo tra le due donne. È abbastanza evidente per lui che non si preoccupano davvero di conflitti di giurisdizione ma che la schermaglia apparente è solo una specie di gioco tra loro. Sa chi sono entrambe. Conoscere potenziali avversari od alleati è importante per lui: la conoscenza è potere.

            Jaye Winston sospira e dice:

-Sembra proprio che quel tizio abbia tentato di uccidere il Supervisore Carpenter e che solo l’intervento di Mr. Garrett lo abbia impedito.-

-È per questo che mi pagano.- interviene John Garrett.

-Certo, sarebbe stato meglio che non l’avesse ucciso.- puntualizza Eva -Fosse rimasto vivo forse avrebbe potuto dirci chi lo aveva mandato.-

-Non sono stato troppo a pensarci.- replica Garrett -Stava per accoltellare Mr. Carpenter, ho dovuto agire in fretta. Spiacente, baby.-

            Eva Torres gli si pianta davanti con i pugni sui fianchi.

-Tanto per cominciare, non mi chiamo baby ma Tenente Torres e mi sta venendo voglia di sbatterti in cella finché un magistrato non stabilirà se hai agito per legittima difesa oppure no.-

-Mr. Garrett ha dei modi un po’ … spicci, Tenente…- interviene Carpenter -… ma è indubbio che senza il suo tempestivo intervento ora ci sarei io su quel pavimento. Garantisco per lui.-

            Eva fa una smorfia poco convinta.

-Raffreddiamo i bollori.- dice Jaye -Concentriamoci sulle indagini.-

-Ben detto, biondina.-

            La detective scocca uno sguardo di fuoco a Garrett. Prima che altre parole possano essere dette, ecco arrivare il Medico legale.

-Dov’è il cadavere?- chiede con sbrigativa efficienza.

            Si china sul defunto e dice:

-Maschio, asiatico, sui trent’anni, presumibile causa della morte: collo spezzato. Uhm… e questo cos’è?-

            Sul braccio del sicario si intravede un tatuaggio sporgere da sotto la manica della sua maglietta.

-Un simbolo delle Triadi.- borbotta Eva.

-Ora sapete chi vuole morto Mr. Carpenter.- commenta Garrett.

 

            Eva King si rimette in fretta dalla sorpresa e mi rivolge un sorriso che è decisamente fuori luogo. Se è spaventata, è davvero brava a nasconderlo.

-Domande?- chiede -Che domande?-

-Non fare la santarellina con me, bambolina.- le dico alzandomi in piedi -Tu stai cercando di appiopparmi un paio di omicidi.-

-Non… non so di cosa parli. La sola cosa che so di te è che ti ho visto chino sul cadavere di mio marito.-

-Non sono stato io e non ho nemmeno ucciso la tua assistente ma tu lo sai benissimo, non è vero?-

                Improvvisamente lei urla:

-Aiuto! Aiuto!-

                La porta di comunicazione con il suo appartamento si spalanca di colpo e quell’energumeno dalla pelle nera chiamato Mannix, il suo autista nonché guardia del corpo, mi piomba addosso come un ariete.

                È forte tanto quanto è grosso. Il suo pugno avrebbe ucciso un uomo normale ma ve l’ho detto: io non sono esattamente un uomo normale. Lo colpisco a mia volta e lui piomba contro una parete producendo una crepa. Decisamente un tipo tosto.

                È un po’ scosso ma questo non lo ferma. Mi piomba di nuovo addosso e finiamo contro una finestra. Una caduta dal trentesimo piano non è esattamente quello che avevo in mente. Freneticamente cerco l’inevitabile asta di bandiera e mi sporgo per afferrarla riuscendoci a malapena. L’asta non regge al mio peso ma per fortuna ho avuto il tempo di proiettarmi contro una vicina finestra. Piombo in una stanza da letto e sento un urlo di donna. Non mi fermo a guardare ed imbocco la porta. Una volta nel corridoio corro verso gli ascensori. Mi chiedo brevemente che fine abbia fatto Mannix ma in fondo non m’importa. Sono stato uno stupido a venire qui, cosa credevo di combinare? L’ho detto che il cervello non è il mio forte.

                Arrivato a terra mi precipito fuori dall’hotel e, sorpresa, sta arrivando la Polizia. La bella Eva non ha perso tempo a chiamarla e doveva esserci un’autopattuglia nelle vicinanze. Non ho nessuna voglia di scontrarmi con loro con loro adesso. Devo darmela a gambe alla svelta.

                Un’auto frena di colpo accanto a me, una mano femminile apre la portiera dal lato del guidatore e la voce di Nellie Calhoun mi intima:

-Sali, bestione!-

                Non perdo tempo a farmi domande: le obbedisco e lei riparte sgommando ancora prima che io abbia richiuso la portiera.

-Che ci facevi da queste parti?- le chiedo -Non dirmi che mi hai seguito.-

-Sapevo che ti stavi cacciando nei guai e che avresti avuto bisogno di aiuto per tirartene fuori.-

                Che ragazza.

 

                Rex Carpenter rientra nel suo appartamento. Assieme a lui ci sono sua sorella Astrella, John Garrett, Chastity McBryde ed una robusta scorta di vicesceriffi in uniforme.

            Carpenter si rivolge al capo scorta fermo sulla soglia:

-Vi ringrazio per avermi accompagnato sin qui ma ora, se non vi dispiace, vorrei un po’ di privacy. Si è fatto tardi e vorrei riposare.-

-La Detective Winston si è raccomandata che la tenessimo sotto stretta sorveglianza.- replica l’uomo.

Potete farlo anche da fuori. Non credo che accadrà nient’altro per oggi ma in ogni caso Mr. Garrett e Miss McBryde si tratterranno qui. Ci penseranno loro a vegliare sulla mia incolumità. Credo che abbiano dimostrato di saperlo fare molto bene non le pare?-

            Senza permettere al suo interlocutore di replicare Carpenter chiude la porta, poi si dirige al mobile bar e mentre si allenta il papillon dice:

-Qualcuno gradisce un whisky?-

-Per me doppio.- risponde Garrett -Mi viene sempre sete dopo aver ucciso qualcuno.-

            Carpenter fa una smorfia e gli porge il bicchiere pieno, poi aggiunge:

-Miss McBryde?-

-Uno lo prendo volentieri.- replica la donna.

-Io prenderò un succo d'arancia.- afferma Astrella Carpenter.

-Mia sorella è una salutista.- dice Carpenter con un sorrisetto -Niente alcool, dieta strettamente vegetariana e niente tabacco.-

-E il sesso? Si astiene anche da quello?- chiede Garrett.

-Non credo siano affari tuoi John.- replica freddamente Astrella.

-Garrett sei un porco.- commenta Chastity.

            Lui si limita a stringersi nelle possenti spalle.

-Bene, amici miei…- interviene Rex -… direi che tutto è andato secondo le aspettative. Possiamo essere soddisfatti.-

-A parte il bastardo a cui ho spezzato il collo.- replica Garrett.

-Un evento inevitabile, purtroppo, viste le circostanze.-

-Se lo dice lei.-

-Ed è quello che ho detto anche alle due detective. Ora direi che non ci resta che passare alla prossima fase.-

            Altro lavoro per me, pensa Garrett.

 

 

4.

 

 

            Sono solo nel mio ufficio che guardo il notiziario e non posso che esclamare:

-Quell’idiota! Che credeva di fare?-

         McIntyre ha un talento speciale per mettersi nei guai, bisogna riconoscerlo, ma neanche io scherzo dopotutto.

         Do una controllatina alla mia Beretta 92F, un’arma piccola ma molto efficace poi esco. Ho appena fatto due passi che mi si para davanti un armadio a tre ante con indosso una divisa da chauffeur. Mi fissa in modo poco rassicurante e mi dice:

-Mrs. King vuole vederti.-

-Che felice coincidenza.- replico in una non so quanto riuscita imitazione di Humphrey Bogart nei panni di Philip Marlowe -Anch’io vorrei vedere lei.-

-Seguimi.-

         Mentre sono seduto sul sedile posteriore della limousine che Mannix sta guidando, rifletto sul fatto che Eva mi ha chiesto di ucciderlo. Il mondo starebbe sicuramente meglio senza di lui e senza Sebastian Reed ma io potrei davvero ucciderli a sangue freddo? Eva non si pone certo di questi problemi: trova sempre qualcuno che faccia il lavoro sporco al posto suo come quel bestione al posto di guida. Probabilmente è stato lui ad uccidere il vecchio King su sua istigazione ed ora Eva vuole che io elimini lui. Ma forse lei ha detto la verità una volta tanto e dietro a tutto c’è davvero Sebastian Reed… e forse nevicherà in agosto.

         L’hotel dove alloggia Eva è presidiato da una squadra di guardie del corpo bene armate. Potrei pensare che abbia paura di un ritorno di McIntyre ma c’è qualcosa in loro che mi fa scattare un campanello d’allarme. Non sono semplici guardie del corpo.

         Le idee mi si chiariscono, o forse si confondono ancora di più, quando vengo fatto entrare nell’appartamento di Eva. Con lei ci sono due uomini: uno è il Detective O’Rourke della Polizia Metropolitana, uno sbirro marcio fino al midollo; l’altro è anziano, ha folti capelli grigi ed è vestito elegantemente. Sebastian Reed in persona.

 

         Nell’ufficio del Procuratore Distrettuale della Contea di Los Angeles si sta svolgendo una riunione sui fatti della notte precedente.

            Il Procuratore Distrettuale Dennis Bukowski è il primo a prendere la parola:

-Che ne pensate dell’attentato a Rex Carpenter?-

            Lo Sceriffo Andy Roberts volge lo sguardo verso la donna seduta al suo fianco e dice:

-La Detective Winston era presente, credo che la sua opinione potrà essere illuminante.-

            Jaye Winston si schiarisce la voce e comincia a parlare:

-Apparentemente è tutto lineare: un sicario delle Triadi ha cercato di assassinare il Supervisore Carpenter e la sua guardia del corpo è intervenuta a fermarlo, l’uso della forza letale era ampiamente giustificato.-

-Tuttavia lei non è convinta, giusto Detective?- commenta Bukowski.

-Diffido per principio delle spiegazioni troppo semplici anche se spesso sono giuste.-

-Sono d’accordo con Jaye… la Detective Winston.- puntualizza il Tenente Eva Torres del LAPD[3] -E poi c’è John Garrett.-

-Che c’è da dire su questo Garrett?- chiede ancora il Procuratore.

-È una specie di enigma.- risponde Jaye -Un ex agente della C.I.A. e dello S.H.I.E.L.D. noto per la sua insofferenza alla disciplina ed i modi spicci. Lavora come esperto in sicurezza per Harold Howard-

-Howard, quello che chiamano “Il Miliardario Fantasma”?-

-Proprio lui. Pare che sia l’uomo più ricco del mondo e che sia ossessionato dalla privacy. Il suo volto è sconosciuto a quasi tutti. Si dice che abbia fatto sparire ogni foto che lo ritraeva sin da bambino ma questi sono dettagli. Howard è uno dei maggiori finanziatori della campagna elettorale di Carpenter per il Senato, tutto entro i limiti fissati dalla legge… apparentemente.-

-Di nuovo quell’avverbio.-

-Tutti coloro che lavorano per Howard in California hanno fatto donazioni ai comitati che sostengono Carpenter. Piccole somme se prese singolarmente ma una cifra considerevole nel suo insieme.-

-Tutto legale e si potrebbe dire che Howard voglia proteggere il suo investimento mettendo un uomo di sua fiducia a curare la sicurezza del suo candidato favorito. Anche qui nulla di illegale.-

-Crede nelle sensazioni Signor Procuratore?-

-Come uomo di legge dovrei essere razionale, tuttavia so bene che non bisogna mai trascurare l’istinto. Il suo che le dice?-

-Che le cose non sono quelle che sembrano.-

-Parliamoci chiaro: lei pensa che l’attentato a Carpenter sia stata una finta e che il sicario sia stato eliminato per evitare che rimanesse in giro un testimone scomodo, è così?-

            Jaye Winston tace, un silenzio decisamente eloquente. Bukowski prosegue:

-Molto bene. L’attentato è avvenuto all’interno dei confini della Città di Los Angeles e la competenza ad indagare su di esso spetterebbe al LAPD ma Rex Carpenter è uno dei cinque Supervisori che governano la Contea e la sua protezione spetta all’Ufficio dello Sceriffo. In più la squadra del Tenente Torres ha già molto da fare con quegli omicidi satanici quindi suggerisco che la Detective Winston sia temporaneamente distaccata al comando della scorta di Carpenter ed intanto continui ad indagare con discrezione sui fatti di ieri.-

-Mi sembra un’ottima idea.- commenta lo Sceriffo Roberts.

-Allora è deciso. Buona fortuna Detective.-

-Ho la sensazione che ne avrò bisogno.- replica Jaye.

 

            Dalla finestra del suo hotel la bella ragazza bionda che si è registrata come Honey Rider guarda il panorama notturno di Hong Kong, un misto di nuovo e moderno molto suggestivo.

            Quello che non ha detto al Gatto è che questo è il suo primo vero incarico operativo da quando è entrata nel MI6.[4] Non c’è alcun bisogno che sappia che è sostanzialmente una novellina.

            Lei ha voluto quest’incarico a tutti i costi e lo porterà a termine a qualunque costo. Lo deve a Clive Reston anche se probabilmente lui nemmeno sa della sua esistenza.

 

 

5.

 

 

            Rimango per un attimo perplesso. Eva rimane in silenzio, O’Rourke sorride divertito e Sebastian Reed mi viene incontro tendendomi la mano.

-Darryl MacArrthur!- esclama -Ho sentito parlare di lei.-

-Ed io di lei.- ribatto -E non bene.-

Lui scoppia in una risata e replica:

-A volte una cattiva fama è meglio di nessuna fama. In ogni caso non esistono prove che io sia coinvolto in attività illegali, altrimenti il qui presente Detective O’Rourke sarebbe stato costretto ad arrestarmi, dico bene?-

-Proprio così.- commenta serafico il poliziotto corrotto.

         Scrollo la testa e replico:

-Che non ci siano prove di una cosa non vuol necessariamente dire che non sia vera.-

-Curioso che a dirlo sia un ex avvocato come lei. A proposito, le piacerebbe tornare ad esserlo?-

-Cosa?-

-Ho qualche buon amico nella Commissione Etica dell’Ordine degli Avvocati e potrei far riesaminare il suo caso.-

-E cosa dovrei fare per meritarmelo?-

-Semplicemente tornare da Suzy Berengetti e dirle che purtroppo ha trovato le prove che Sean McIntyre è davvero colpevole dei delitti attribuitigli.-

-In altre parole, dovrei vendermi a lei.-

-Che brutta espressione. Diciamo che stiamo negoziando un accordo vantaggioso per entrambi, proprio come sto facendo con Mrs. King per rilevare alcune attività del suo defunto marito-

E così è per questo che è qui. È coerente con il racconto di Eva. Tuttavia…

-Qual è la sua risposta?- incalza Reed -In fondo che le importa di quel bestione di McIntyre? Il Detective O’Rourke lo arresterà presto. Lei non ha nessuna ragione di difenderlo.-

-Solo la mia coscienza.- replico fissandolo negli occhi -Temo che il mio prezzo sia troppo alto per lei. Non tutti sono come O’Rourke.-

-Ma sentilo il santarellino.- commenta il detective.

-Mi dispiace che la veda così, MacArrthur.- dice Reed con voce quieta -Mi dispiace davvero.-

-È una minaccia?- chiedo

-Io non minaccio mai, avverto solamente.-

         Decisamente poco confortante.

 

         Nel gergo dei servizi segreti una casa sicura è un luogo dove gli agenti possono rifugiarsi per riposarsi o sfuggire alla caccia degli avversari in territorio potenzialmente od effettivamente ostile. In quella in cui si trova adesso, alla periferia di Tel Aviv nello Stato d’Israele, Elektra Natchios è decisamente inquieta.

            La killer ninja greca ha appena portato a termine un incarico per conto della C.I.A.: l’eliminazione di uno spietato dittatore mediorientale ed ora è in attesa di essere discretamente rimpatriata negli Stati Uniti.

            L’istinto affinato da anni di vita sul filo del rasoio la avverte che le cose potrebbero non essere semplici come dovrebbero. Può fidarsi davvero della C.I.A. o deve pensare che la ritengano una pedina sacrificabile? Teme di conoscere la risposta

            Percepisce una presenza all’esterno della casa, ancora prima di sentire la porta d’ingresso che si apre. Che siano amici o nemici, lei è pronta ad accoglierli.

 

            Mi trovo in casa di Nellie Calhoun circondato da un gruppetto di signorine di piccola virtù ma decisamente molto agguerrite.

-Si può sapere cosa credevi di fare Clint?- mi chiede Nellie.

-Speravo di indurre Eva King a confessare di essere la mandante degli omicidi di cui sono accusato.-

-Un piano veramente stupido.- commenta una splendida mulatta in guepiere che conosco solo come Gayle -Solo un idiota come te poteva pensare che una come Eva avrebbe confessato.-

-Ehi, grazie tante.- ribatto -Sembrava una buona idea al momento.-

-Un’idea stupida. Conosco Eva: è un’esperta nel manipolare gli uomini. Non l’avresti mai spuntata con lei.-

-Hai idee migliori?-

                Gayle sorride e risponde:

-Credo proprio di sì.-

                Si scosta per far passare una giapponese bassina che indossa un kimono scuro ed impugna una katana.

-Meiko ci aiuterà.-

                Adoro le ragazze decise.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Ancora una volta poco da dire:

1)     Dennis “Buck” Bukowski è stato creato da Stan Lee & John Buscema su Savage She-Hulk #1 datato febbraio 1980

2)     Eva Torres è stata creata da Fabio Chiocchia su Hellstrom MIT #1 e potete trovarla su La Tomba di Dracula.

3)     Jaye Winston è ispirata all’omonimo personaggio ricorrente dei thriller di Michael Connelly in particolare in quelli con protagonista Harry Bosch.

Nel prossimo episodio: la conclusione della nostra storyline ispirata a Sin City ed altro ancora.

 

 

Carlo

Carlo



[1]E non dite che non vi forniamo mai riassunti esaustivi.

[2] Se volete saperne di più, leggete La Tomba di Dracula #82/83.

[3] Los Angeles Police Department.

[4] Nome non ufficiale del Secret Intelligence Service, il servizio di spionaggio all’estero del Regno Unito.